martedì 28 giugno 2011

martedì 10 marzo 2009

Questioni di Tempo

Siamo lieti di pubblicare in anteprima un racconto romanzato sulle scie chimiche e le loro presunte finalità.
Ringraziamo l'autore per averci scelto.

Racconto inedito di Simonetta Pozzati


Hanno fatto decine di ipotesi ma alla fine erano questi i quattro elementi che accomunavano quei suicidi da Vancouver a Palermo, da San Diego a Pechino: un atto improvviso, non preannunciato, con arma da fuoco, in presenza di una persona cara, quasi sempre ignara delle intenzioni del suicida.

Nessuno si era mai preso la briga di trovare una connessione tra questo allarmante incremento di suicidi, che negli ultimi cinque anni, occupava quasi sempre uno spazio nella cronaca nazionale e il fatto che lo stesso genere di notizia campeggiasse ad un ritmo giornaliero nei quotidiani di tutto il mondo.

I titoli a caratteri cubitali vengono di solito riservati ai politici che contano, al trend della borsa, all’economia che non decolla e all’ultimo scandalo in qualche reality-show. Difficilmente si trasformano nell’annuncio che una popolazione confusa da troppa informazione ed illusa di essere immune da qualsiasi tipo di manipolazione, vorrebbe leggere: Il prossimo autore di quel suicidio potresti essere tu!

Giovane, carina, molto ambiziosa, dopo la laurea in giornalismo era riuscita quasi subito ad imporsi come cronista free-lance presso un paio di redazioni nella sua stessa città, una provincia di centomila abitanti nel ridente Nord-Est.
Grazie poi ad un suo amico in Questura, arrivava spesso in anticipo rispetto ai suoi colleghi, sul luogo di delitti e rapine. Questo le aveva assicurato più di una volta che gli articoli scritti da lei avessero la priorità sugli altri. Naturalmente non mancarono i commenti di chi era abituato a ritmi diversi, nominandola “colei che la dà pur di arrivare prima”. Ma lei non ci faceva caso anche perché Dorina si vedeva già proiettata, in un futuro non troppo lontano, come reporter per qualche testata di carattere internazionale.

Il suo ragazzo che frequentava da circa un anno si chiamava Enzo. Palermitano, ventiquattrenne, laureando in agronomia, da diciotto mesi lavorava come venditore presso una concessionaria di automobili.
Si erano conosciuti in una pizzeria a causa di un cameriere che aveva invertito le loro ordinazioni. Enzo era allergico ai funghi e Dorina non sopportava l’odore della cipolla. Di fronte al cameriere imbarazzato per l’errore, i destinatari delle pizze sbagliate si erano scambiati uno sguardo d’intesa:
“Scommetto che adori la cipolla”, aveva chiesto lei, oltrepassando la faccia della sua amica di fronte.
“E tu vai pazza per i funghi”, aveva risposto lui, inclinando la testa di lato per superare la sagoma del suo amico.
Il cameriere aveva tirato un sospiro di sollievo mentre i due avevano colto l’occasione per sorridersi e rimandare a fine pizza le dovute presentazioni.
Era evidente che i due ragazzi si piacevano anche se Dorina non smetteva di parlare del suo lavoro, dei suoi progetti e di quanto noiosa fosse la cronaca locale.
Enzo l’ascoltava divertito, ammirando in lei quella passione per il lavoro, che invece non caratterizzava il suo. Aveva giurato a sé stesso che appena gli si fosse presentata un’altra possibilità, avrebbe fatto volentieri a meno di quel tran tran da venditore. Il settore automobilistico era stato tra i primi ad essere investito dalla crisi, soprattutto quando il prezzo della benzina era schizzato alle stelle. Ma lui riusciva a cavarsela comunque bene: aveva una buona dialettica, intuiva facilmente i gusti di chi gli stava di fronte e per questo risultava quasi sempre convincente.
I soldi che guadagnava gli permettevano uno stile di vita discreto anche se il vero sogno di Enzo era un altro. Desiderava tornare in Sicilia e creare insieme ad alcuni amici una cooperativa per coltivare vigneti e produrre un vino di qualità. Era sicuro che in un futuro non troppo lontano ci sarebbe riuscito.

Dopo quella sera in pizzeria, i due ragazzi iniziarono a vedersi sempre più spesso. Erano molto attratti l’uno dall’altra sebbene Dorina, nelle ultime settimane, apparisse stanca e preoccupata.
“Dori che c’è? E’ davvero così importante questa ricerca? Non puoi staccare la spina per un po’? Dico al mio capo che ho una pericolosissima influenza intestinale e ce ne andiamo insieme al mare. Un amico potrebbe darmi le chiavi del suo appartamento. Che dici? La facciamo questa pazzia?”
La ragazza da alcuni giorni aveva le occhiaie scure intorno agli occhi. Non era ammalata, semplicemente stava ore e ore al computer di notte perché aveva deciso di creare un pezzo in italiano e in inglese, intorno ad un argomento molto complesso e molto inquietante.
“Allora? Cosa mi rispondi?”
Enzo sapeva che Dorina lavorava sodo in cambio spesso di poche centinaia di euro che a stento le permettevano di arrivare a fine mese. Era stata lei a rifiutare la proposta di lui di convivere per dividere almeno le spese d’affitto. Dorina aveva bisogno del suo spazio e uno dei motivi per cui se ne era andata dalla casa paterna all’indomani della laurea, era stato per poter gestire i suoi studi, le sue ricerche ed il suo lavoro secondo i suoi bioritmi personali.
Lui aveva capito che se voleva il suo amore doveva accettare quella distanza.
“No, Enzo, non ho ancora finito…sono in contatto con una giornalista di El Pais, grazie all’intermediazione di Hans, sai quello scienziato svedese di cui ti parlavo…”
“E quindi? Cade il mondo se ti rapisco per quarantotto ore?”
Dorina l’aveva baciato perché sentiva che in quell’affettuosa insistenza c’era in realtà la consapevolezza che anche per quel weekend lei gli avrebbe dedicato solo qualche mozzicone del suo tempo.
“Ok mi arrendo…prima però vorrei sapere perché il sottoscritto è costretto a trascorrere l’ennesimo weekend dando da mangiare ai piccioni”
A quella battuta era scoppiata a ridere. Enzo aveva la capacità di ironizzare su tutto e questo le aveva permesso di introdurre nella sua vita una leggerezza che aveva sempre cercato ma che da sola non era riuscita a creare. Fecero l’amore e poi ancora stesi e completamente nudi, lui le disse:
“Non mi muovo da qui se non rispondi alla mia domanda di poco fa. Potresti pentirtene amaramente…pensa a quelle frotte di piccioni senza chicchi di mais! Una sciagura…”
Di nuovo Dorina scoppiò a ridere ma poi, pensando a ciò che stava per dirgli, si fece seria:
“Ti sei mai accorto come i cieli negli ultimi anni siano romanticamente striati da decine e decine di scie aeree?”
Lui si era appoggiato sugli avambracci per guardarla in faccia:
“Forse. Ho capito! Stai creando un pezzo per denunciare l’inquinamento dell’aria dovuto all’emissione dei gas di scarico dei velivoli e poiché negli ultimi anni il traffico aereo è decuplicato, allora tu stai rinunciando ad un bellissimo weekend al mare con il sottoscritto per vendere agli spagnoli il frutto delle tue fatiche?”
Dorina abbozzò un sorriso ma continuò semi-seria:
“Mi piacerebbe essere così stupida da investire tutto questo tempo in un argomento talmente inflazionato che nemmeno il Corriere dei Piccoli lo pubblicherebbe, piuttosto che uscire con te. Ma ciò a cui sto lavorando è qualcosa di molto più drammatico…”
Enzo non la interruppe più e lasciò che lei gli raccontasse quella storia che parlava di aerei, sostanze chimiche, metalli pesanti irrorati nel cielo, malattie e manipolazione delle onde cerebrali.
Dapprima l’ascoltò come se stesse raccontandogli la trama di un film di fantascienza, poi però, quando gli disse col tono grave di dubitare che la sua ricerca gliela avrebbero fatta terminare, le chiese preoccupato:
“Di che cosa stai parlando?”
“L’accesso a internet e a certe informazioni alternative sono la trappola per gli illusi come me che credono nella democrazia di questo strumento”
“Scusa non capisco…”
“Semplice, proprio grazie ad internet, controllano sia chi immette dati che non dovrebbe, sia chi li va a consultare, per poi tenerti sotto tiro, a meno che tu non ti spari un colpo sotto la gola prima che lo facciano loro”
Enzo quasi si arrabbiò. Gli era già successo di accorgersi solo dopo esserci andato a letto che la donna al suo fianco era troppo stupida o troppo sfasata…ma Dorina?, no non poteva deluderlo come avevano fatto le altre. Forse aveva una mente un po’ fuori del comune e lavorava molto di fantasia…
“Dori, cazzo, mi stai preoccupando! Anche fosse che internet è l’anticamera del Grande Fratello, perché parli di suicidio?”
La ragazza aveva lo sguardo fisso come se i suoi pensieri l’avessero proiettata in una realtà parallela.
“Sto preparando da tre settimane un servizio su un’ ipotesi…”
Dorina si era fermata quasi avesse del pudore a svelare il resto.
“Allora? Hai paura di una fuga di notizie?”
“No, no è che fin da quando ho deciso di elaborare il pezzo c’è un’immagine che mi ossessiona”
“Cioè?”
“Niente, lasciamo perdere. Comunque l’ipotesi sarebbe quella secondo cui l’incremento dei casi di suicidio nel mondo, a partire dal 2003-4, si dovrebbe ad una delle conseguenze dell’irrorazione nella nostra atmosfera di metalli pesanti e all’utilizzo di sofisticatissime tecniche militari per produrre distorsioni della percezione umana, fino a modificarne l’umore.”
Enzo iniziava a sentirsi a disagio soprattutto di fronte al tono cupo che aveva assunto Dorina.
“Mi sembra una teoria un po’ troppo audace ma la prima domanda che mi sorge spontanea è: se la fonte di queste informazioni è visibile a tutti, perché nessuno li ferma?”
Dorina si era girata di scatto e lo aveva fissato negli occhi quasi a trafiggerlo:
“Quante persone tra i tuoi colleghi e tra i tuoi amici conosci che la mattina o in qualsiasi momento di una giornata ancora illuminata dal sole, osservano il cielo, chiedendosi come mai da qualche anno a questa parte lo stesso cielo è striato da decine e decine di scie aeree? E quanti si sono chiesti come mai molto spesso il sole e la luna sono avvolti da un alone?”
Avrebbe voluto risponderle che nessuno tra i suoi amici, colleghi e parenti l’aveva mai colto col naso in su a commentare il cielo striato o la luna color arcobaleno. Avrebbe voluto ma sentì il desiderio di stringerla a sé un’altra volta perché quello sguardo determinato insieme alla fragilità che emanava tutto il suo essere lo eccitavano da morire. Lei si lasciò stringere e baciare. Fecero di nuovo l’amore come se uno dei due avesse avuto la consapevolezza che sarebbe stato per l’ultima volta.
Poi però Dorina lo sorprese con la sua battuta:
“Stranamente non ci hanno ancora oscurato la comunicazione…”
“Dori sei davvero paranoica. Comunque se pensi che ci sia del vero, potresti spiegare a questo povero imbecille, che nesso c’è tra i suicidi e gli aerei che scaricano barili di alluminio sulle nostre teste? Chi e perché?”
Non aveva intenzione di raccontargli tutto scendendo nei dettagli perché desiderava che questo ragazzo così bello e così romantico, li leggesse un giorno in un suo articolo magari sul Corriere della Sera o sulla Repubblica. In ogni caso non lo fece attendere:
“Dicono che sia un progetto denominato HAARP, l’acronimo di High Frequency Active Auroral Program, con base logistica in Alaska, nei pressi di una cittadina chiamata Gakona. Si tratterebbe del riscaldatore ionosferico più potente al mondo, praticamente in grado di emettere segnali a distanze fino a ieri impensabili. L’irrorazione di alcuni metalli come l’alluminio, il bario e alcuni composti del titanio, grazie al frequente passaggio di quegli aerei cisterna che rilasciano scie dense e che spesso si trasformano in nubi a pettine, fino a coprire il sole, avrebbe creato una sorta di scudo che permetterebbe ai segnali emessi di andare oltre l’orizzonte. Un’irradiazione elettromagnetica di onde a frequenze molto basse, attraverso il terreno, generate da un sistema di trasmettitori distribuite sul territorio americano a distanza di 200 miglia l’uno dall’altro”
Enzo la stava ascoltando attentamente finché approfittando di una pausa, le chiese:
“E lo scopo di tutta questa tecnologia? A parte gli altissimi costi ?”
“Sembra che gli scopi siano multipli ad iniziare da quello ufficiale che è il controllo sulla meteorologia…”
“Ma scusa a me non risulta affatto che le condizioni climatiche siano migliorate, anzi, il contrario!”
“Appunto! Loro effettivamente stanno applicando un tipo di tecnologia che dovrebbe manipolare il tempo a nostro favore, ma ciò che invece stanno facendo è di creare siccità in quelle zone tradizionalmente agricole, e poi far scatenare piogge torrenziali e rendere il terreno incoltivabile”
“Mi sfugge il perché”
“Perché vogliono obbligarci ad acquistare i prodotti OGM”
“Mah, tutto ‘sto casino per un sacchettino di sementi! Mi sembra davvero assurdo! Comunque torniamo alla tua ipotesi iniziale. Chi sarebbero questi signori che si puntano la pistola alla tempia? Contadini a cui non cresce più il radicchio?”
Dorina questa volta l’aveva guardato con occhi diversi, pieni di amarezza. Lui per fortuna se ne era accorto immediatamente:
“Scusami, quando mi ci metto, la parte dello stronzo mi riesce davvero bene. Ti chiedo scusa…mi perdoni? E’ che sono preoccupato, davvero. A me sembra che tu ti stia imbattendo in un strada troppo ambigua. Va bene finché ti leggi un libro, degli articoli ma non lo so, inizio anch’io ad avere le tue stesse paranoie. Ammettiamo che quella giornalista spagnola acquisti il tuo pezzo, cosa credi che accadrà? Se ne staranno fermi a guardare?”
Dorina si sentiva finalmente capita. Le sue non erano paranoie. Sapeva che quel gioco mondiale era gestito da menti molto sottili prive di scrupoli. Mettere a rischio l’intera umanità e il destino stesso del pianeta per l’eccitazione che deriva dal potere, non era come giocare a monopoli sul tappeto in compagnia di vecchi amici.
Il fatto che in Italia nessuna tra le testate nazionali fosse interessata a pubblicare il suo pezzo, oltre al silenzio sull’argomento da parte dei maggiori giornalisti tradizionalmente contro il sistema, la diceva lunga. Era stato quello scienziato di Stoccolma contattato su internet ad indicarle la giornalista spagnola. Le aveva detto tre settimane prima collegandosi su Skype:
“Al momento mi lasciano in pace, però non so quanto duri. Tu sei l’ unica giornalista italiana che ha avuto il coraggio di contattarmi e di intervistarmi. Anita potrà aiutarti perché ha un conto in sospeso personale. La sua migliore amica si è sparata sulla fronte due anni fa proprio accanto a lei, mentre stavano prendendo un caffè a Barcellona. Ciò che l’aveva sconvolta era che in realtà la sua amica non aveva un vero motivo per arrivare a fino a quel punto. Sì, negli ultimi mesi precedenti al suicidio, era depressa ma chi non lo è ogni tanto? Anita allora, ricordando con che frequenza il suo giornale riportava notizie di suicidi molto simili a quello accaduto all’amica, aveva iniziato una sua personalissima ricerca, giungendo a me che da poco avevo pubblicato su internet i risultati di alcuni test effettuati sulle piante.
Avevo notato nei nostri cieli un’intensa attività aerea e la persistenza di scie che in certe giornate andavano quasi a creare delle griglie. Mi ero interessato presso la Torre di controllo dell’aeroporto più vicino sul motivo di quelle scie ma sembrava che fossero normalissime scie di condensazione dovute al quotidiano traffico aereo, molto intenso in alcune giornate.
Quella risposta non mi rassicurò per niente e così iniziò la mia ricerca. Avendo saputo che poteva trattarsi di aerei cisterna che irroravano sostanze chimiche, raccolsi dei campioni di terreno e di piante. Non dovetti attendere molto per trovare la conferma ai miei dubbi: alluminio, bario, selenio.
Mi rivolsi alle autorità per segnalare il fatto e feci pressione per avere delle spiegazioni. Ma tutti sembravano ignorare il problema, rassicurandomi che gli aerei non c’entravano nulla e che avrei invece dovuto rivolgermi alle industrie più vicine, senz’altro responsabili di quell’inquinamento.
Alcuni giorni dopo ci fu un caso di suicido a pochi passi da casa mia: una donna di trentasei anni si era sparata al cuore in presenza di sua figlia. La notizia sconvolse tutti perché quella donna era conosciuta nel quartiere per essere una brava madre di famiglia, equilibrata e maestra d’asilo molto amata dai bambini. Non lasciò alcun biglietto, né disse alcunché alla figlia, poco prima di impugnare la pistola. L’unica cosa che il marito si sentì di dire era che negli ultimi mesi soffriva di una leggera forma di depressione.
Intuii che poteva esserci una corrispondenza tra l’atmosfera ricca di quelle sostanze e il nostro umore. Risalii ad alcune fonti che riportavano gli studi effettuati da uno scienziato russo decenni prima sugli effetti che poteva causare l’alterazione indotta delle onde cerebrali.
Noi esseri umani siamo stati creati per vivere in armonia con le frequenze naturali della Terra: onde a bassissima frequenza la cui massima potenza registrata è di 7.8 Hz. Se un individuo viene esposto a onde elettromagnetiche di frequenza superiore, è soggetto ad un comportamento violento. Se invece la frequenza è inferiore, allora cade in depressione.
Mi mancavano ancora molti pezzi di quel puzzle così inquietante che non tardai a trovare. Seppi del Progetto HAARP, del sistema GWEN o Radar del Norad che in sinergia con le scie rilasciate in certe zone potevano lavorare per la modulazione meteorologica e per il controllo dello spettro elettromagnetico.
Ero sicuro che la ricerca verso quella direzione mi avrebbe aiutato a trovare un perché a quella serie di suicidi inspiegabili rispetto ai casi citati nella letteratura psichiatrica degli ultimi decenni.”
Dorina fu scossa dalle mani di Enzo:
“Ehi? Tutto bene? Io avrei un po’ di fame. E tu? Possiamo ordinare un pizza così evitiamo di mangiarla fredda a causa di un cameriere distratto”
Si era messo a ridere sperando di strappare un sorriso a quella ragazza diventata improvvisamente troppo seria.
“Se non ti dispiace io mi preparo un tè. Ti do l’elenco telefonico perché non ordino mai la pizza a domicilio. Eccolo”
Enzo l’aveva presa per le spalle:
“Che c’è? Sembri triste…preferisci che me ne vada?”
Dorina in realtà avrebbe voluto che rimanesse lì, ancora tutta la notte per poi svegliarsi abbracciata a lui. Ma doveva finire il suo pezzo.
“Enzo per me rimani pure ma devo terminare assolutamente entro questa notte l’articolo. Anita mi ha già chiamata due volte su Skype per dirmi che il tempo sta per scadere…”
“Ok, vado a casa mia. Hai ragione tu, questo break non era previsto…”
“Enzo! Ti prego! Io sono stata benissimo insieme a te…davvero è importante la cosa che sto facendo…ti chiamo domani, ok?
“Ok”
L’aveva accompagnato alla porta quando è squillato il suo cellulare:
“Sì pronto…pronto?...chi parla?...mi sente?...”
Poi Dorina aveva riattaccato pensando a qualcuno che non riusciva a sentirla. Intanto la macchina di Enzo si era già allontanata.
Si sedette al computer cliccando nuovamente sul video che lo scienziato svedese le aveva promesso di inviarle. Dopo un paio di secondi apparve l’immagine un po’ sfocata di un signore con qualcosa nel palmo della sua mano. In inglese diceva:
“E’ peggio di quanto pensassi! C’è qualcosa nella mia mano ma è talmente piccola che non la puoi vedere. Chi me l’ha data piangeva…E’ stato il medico dell’ospedale dove hanno eseguito l’autopsia sul cadavere di quel ragazzo che ha sparato sui suoi compagni di scuola e poi si è ucciso.
Stava analizzando al microscopio alcuni frammenti di tessuto intorno alla ferita quando ha trovato una serie di microrganismi insoliti. Li ha fatti analizzare e sono risultati molecole di alluminio e bario. Bene a questo punto sorge la domanda: se quel particolato ormai fa parte del nostro organismo, in attesa che insorgano altre patologie, perché solo in alcuni individui si scatena l’ira omicida o la volontà di uccidersi?
Credo che la risposta abbia ben poco di scientifico. Essa risiede da sempre nell’unico dono che è rimasto alla nostra specie: il libero arbitrio! Siamo tutti oggettivamente manipolabili. Ormai, rispetto a cinque anni fa, l’intera atmosfera è stata contaminata quasi interamente da quei metalli ed ora funge da bersaglio per le loro trasmissioni a bassissima frequenza decidendo sulle sorti dell’umanità e della Natura stessa. C’è chi resiste, ignaro o consapevole, distraendo il proprio Ego e contenendo gli eccessi di ira oppure i toni cupi della depressione. C’è chi invece soccombe immaginando in quell’atto estremo di porre fine per sempre ad un malvivere che negli ultimi mesi era diventato insopportabile. E’ pesante questa verità, troppo anche per uno come me che ha dedicato una vita intera alla ricerca. Adesso finalmente ho capito.”
Il video si concludeva sfumando. Dorina ebbe un presentimento così si collegò immediatamente a Skype nella speranza di trovarvi il suo interlocutore. Il bollino a fianco di Hans S. era spento. Cliccò allora su quello di Anita che invece era acceso: “Anita mi senti?”
“Sì. Ti avevo cercata al cellulare ma non riuscivo a sentirti. Hai saputo di Hans? Si è sparato pure lui, oggi all’ora di pranzo…”
Seguì un sospiro mentre Dorina faticava a respirare.
“Dorina, ci sei?”
“Sì…avevo appena finito di guardare il suo video…”
“Quale video?”
Le stava per rispondere ma le venne in mente che lei ad Anita non aveva mai dato il suo numero di cellulare e che nemmeno il professore lo conosceva. Si erano sempre sentiti su Skype.
La voce di Anita suonava impaziente, ben lungi da quel tono spesso malinconico che aveva sempre assunto tutte le volte che si erano sentite.
“Dorina? Mi vuoi rispondere? Che video hai ricevuto? Forse dovresti girarmelo…sai magari può venir utile per il servizio su El Pais…”
Fu in quel momento che la giovane giornalista italiana realizzò una cosa a cui non aveva mai pensato, accecata fin dall’inizio dalla prospettiva molto alettante di lavorare su un argomento così delicato e addirittura per una testata di un paese straniero.
“Anita?”
“Sì, ti sto ascoltando”
“Chi ti ha comunicato del suicidio del professor Hans?”
Dall’altra parte ci fu un momento di silenzio, poi con un tono un po’ imbarazzato si sentì rispondere:
“Perché? Dubiti di me? Sono una giornalista, vice-direttrice del giornale più importante della Spagna. Leggo le notizie prima che queste arrivino ai tg e sulla stampa…tesoro, forse questa notizia ti ha sconvolto così tanto da dubitare che sia vera?”
Anita aveva ripreso la sicurezza iniziale ma nella mente di Dorina era sorto un sospetto, così chiese:
“E dove l’hanno trovato?”
La donna spagnola attese qualche secondo, finché rispose:
“Nel suo studio di Stoccolma, perché?”
Dorina aveva cliccato Off. Si era collegata nuovamente al video, aveva spostato il cursore verso la fine ed ora stava riguardando la scena dove il professore aveva registrato la sua dichiarazione: Londra!
Negli ultimi fotogrammi in cui lo scienziato parlava del libero arbitrio, l’obiettivo della telecamera venne puntato fuori della finestra, sul Tower Bridge. Ed infine, ritornando all’interno, su un giornale, il Times, mettendo a fuoco la data: 2 dicembre 2008. Sapeva che quelle inquadrature avevano un unico scopo: testimoniare il fatto che lui, alle h 12.00 di quello stesso giorno, cioè il 2 dicembre 2008, si trovava esattamente in una stanza d’albergo a Londra!
Cercò quindi tra le pagine in internet una qualsiasi notizia che riportasse il suo nome e purtroppo la trovò, in un giornale svedese, che diceva: “Scienziato si spara alla testa nel suo studio a Stoccolma. Soffriva da tempo di crisi depressive”
Dorina iniziò a tremare per la paura. Era certa che presto sarebbero arrivati da lei. Aveva giocato con il fuoco e loro si erano divertiti a lasciarglielo fare. Ora però che stava per incendiare la casa, dovevano fermarla…
Pensò di chiamare Enzo ma era convinta che se avessero trovato pure lui insieme a lei, non avrebbero esitato ad ammazzarlo.
Fece allora un’ultima cosa: scrisse la conclusione al suo pezzo e lo inviò ad un gruppo su Facebook intitolato “Per un pianeta più pulito” a cui erano iscritti più di 10.000 persone. Accompagnò l’allegato con questa frase: “ Per un pianeta più pulito il mondo deve sapere! Per favore fatelo girare”
La mattina seguente Enzo si era precipitato nel suo appartamento dopo aver insistito decine di volte a chiamarla sul cellulare. Si era fatto aprire dalla padrona di casa del piano di sopra perché nessuno dall’interno rispondeva. Infine la drammatica scoperta: il cadavere di Dorina pendeva dal lampadario in cucina.
Enzo si mise ad urlare per la disperazione e mentre la Polizia cercava di calmarlo chiedendogli da quanto si frequentavano, in che rapporti erano e se poteva conoscere la causa di quel gesto, lui aveva chiesto di dare uno sguardo alla sua stanza.
L’accompagnarono e si accorse che qualcosa non corrispondeva: il computer portatile di Dorina sembrava lo stesso ma le sigle su alcuni tasti erano meno consumati del solito. Si avvicinò ricordando come una sera la fece ridere chiedendole perché solo la “s” e la “t” fossero così illeggibili. Lei gli aveva risposto che era molto frequente rispondere a chi rifiutava i suoi pezzi o tardava a pagarla con la frase: “ Sei uno stronzo!”
I giorni che seguirono furono tristi e angoscianti. Nessuno in Questura volle far fare l’autopsia sul cadavere di Dorina decretando che si trattava di un suicidio forse dovuto allo stress e alle preoccupazioni derivanti da un lavoro precario. Nel computer, tra gli ultimi documenti, avevano trovato una sorta di diario, in cui lei avrebbe detto di sentirsi molto depressa e di non sapere fino a quando avrebbe tenuto duro. Nessuna traccia della sua ricerca sulle scie chimiche o delle sue telefonate con la Spagna e la Svezia.
Dopo circa un mese Enzo poté ricevere il computer di Dorina. I genitori di lei gli dissero di farne buon uso, visti i molteplici interessi della povera figlia.
Enzo sapeva che Dorina non si sarebbe mai ammazzata ed era convinto che il suo computer fosse stato sostituito. Non disse nulla a nessuno perché ormai Dorina non sarebbe potuta più tornare. Ma presto si accorse che malgrado il Grande Fratello avesse deciso di chiudere per sempre la bocca ad una giornalista intelligente e coraggiosa, non poté fare altrettanto con i 10.000 individui, destinatari del messaggio e dell’articolo inviato loro da Dorina poco prima di venire ammazzata. E malgrado il tentativo del Grande Fratello di oscurare e disturbare la rete di comunicazione per impedire che lo stesso messaggio venisse diffuso ulteriormente, altri 10.000 utenti in altrettanti luoghi del pianeta si girarono quelle informazioni tradotte nelle rispettive lingue. E così la notizia dilagò dappertutto come un’onda a bassissima frequenza che copre distanze fino ad allora impensabili. Solo che a diffonderla fu esattamente l’opposto del Progetto HAARP, un Progetto Divino chiamato AMORE!

www.statidipercezione.blogspot.com


lunedì 27 giugno 2011

Domande per Fabio del Toro

Lettere per Fabio del Toro


Abbiamo deciso di aprire questo post perchè molta gente cerca di comunicarsi con Fabio del Toro, ma non ci riesce; non riesce cioè a entrare nel sito di DENUNCEITALIANE.IT, per via di loro disservizi interni del software, presumiamo.


Anche a noi hanno bloccato l'accesso, non sappiamo se per errore o altro, comunque è così; per cui, non possiamo far altro che pubblicare qui le vostre lettere e sperare che vi risponda.

Saluti a tutti quanti.
Denunce In Rete


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Come faccio a difendermi dai Magistrati?.


Salve,

sono Angela e mi sto ammalando per una separazione giudiziaria dove ho assistito a fatti allucinanti sia dai legali che dai Magistrati..

Ho esposto i fatti in Procura due anni fa, su come venivo assistita. La giudice è stata sostituita, ma i legali, arrabbiati per i miei scritti, cessarono di tutelarmi.


Ho cambiato 4 legali, ed ho denunciato all'Ordine degli Avvocati -con relative fatture-, descrivendo i comportamenti deontologicamente scorreti ma,

l'Ordine, ha risposto che non c'era motivo di procedere...



Ora, dopo 6 anni di Cavario, ho ritirato di persona la Sentenza emessa il 9 aprile.

Sono esterefatta! Nonostante la CtU finanziaria, mi hanno resa intestataria di due appartamenti!! Ne ho uno e, visibile dalla consulenza finanziaria.

Hanno scritto che il coniuge ha una figlia naturale dalla compagna, quando non esiste traccia di figlia! Questa truffa, sicuramente è stata inventata dalla controparte per diminuire l'assegno ai nostri due figli.


Non sto a descrive cosa ho subito anche dal punto di vista penale...due condanne di fatti non veri per i quali ho dovuto ricorrere all'appello...

Posso denunciare in procura l'operato dei 3 Magistrati che hanno emesso la sentenza? Quali conseguenze potrò avere oltre quelle che sto pagando?


Scusandomi per la descrizione sintetizzata, spero di aver posto chiaramente il problema.

Cordilamente


Angela
E-mail: angelaseparaz@yahoo.it

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Gentile Sgra Mina;


ha ricevuto una risposta dal Sgr Del Toro, qui:

http://www.denunceitaliane.it/forum/abuso-di-potere-/11-abuso-di-potere-dei-magistrati-ultracasta-italiana-leggere-il-libro.html#245

QUESTA:

Carissima Angela,

Bisogna innanzitutto distinguere sempre due vie principali e sono quella del classico " errore giudiziario " in cui i magistrati vengono tratti in inganno da indizzi, testimoniante e simili questioni che li possono ONESTAMENTE portare ad una errata decisione ma comunque sempre in buona fede.
Dunque considerato che un magistrato è pur sempre una persona che può commetter errori, se tu sei stata giudicata male, questo non significa affatto che i magistrati con cui cel'hai tanto possano esser accusati di alcun che.

Il loro lavoro infatti prevede una grandissima tutela ed una enorme discrezionalità sulle decisioni che però poi, devono esser motivate nelle sentenze.

Esistono poi i successivi gradi di giudizio dove un innocente come te potrebbe e potrà far valere le sue ragioni e dimostrare ai giudici che si occuperanno poi del tuo cas, che i colleghi di prima avevano sbagliato.
Questo è successo ( ad esempio ) per Tortora e potrebbe succedere per te come per tanti altri.

Esiste però anche il cosidetto " DOLO E COLPA GRAVE " che configura quei casi in cui i magistrati sbagliano.... sapendo di sbagliare o comunque lo fanno con una leggerezza tale per cui possono venire accusati, incolpati dai loro colleghi ed eventualmente subire provvedimenti diciplinari.

Io stesso ho vissuto un caso di questo tipo in cui ho dovuto impegnarmi per lungo tempo a denunciare dei magistrati che; a mio modo di vedere, erano e sono colpevoli della cosa che ho appena detto: DOLO E COLPA GRAVE.

La vicenda non è affatto finita e anzi fra tre giorni devo andare a Genova a depositare una mia testimonianza in proposito dunque non ne vorrei parlare più di tanto in questo momento.

Ti posso dire che comunque il problema principale è senza dubbio il fatto che gli avvocati non vogliono e non possono aiutarti, trovare un legale che sia disposto a scontrarsi con i giudici corrisponde a trovare la famosa mosca bianca ed io ho infatti imparato a fare da solo ( era l'unico modo per andare avanti ).

Volevo pubblicare un vademecum su come si dennunciano i magistrati ma ho deciso che lo farò a vicenda conclusa ( parlo della mia ).

Per il momento ti invito a leggere questa interrogazione parlamentare che l'Onorevole Borghesi ha presentato sul mio caso:

www.culturale.it/deputati/

Come dicevo anche ad un'altra persona io sno davvero indaffaratissimo e mi piange il cuore vedere che tanta gente sta passando pene simili alle mie ma non sono in grado di aiutare tutti perchè dovrei leggermi tutte le cose, analizzare attentamente e sarebbe dunque un vero ABUSO DI PROFESSIONE,
non sono un avvocato, ne mastico qualcosa per esperienza mia diretta ho studiate le cose da solo ma conosco solo leggi ed articoli che riguardano il mio caso e non i codici in generale.

Posso dare qualche piccolo consiglio quando trovo tempo

MI SPIACE


Cordialità

Fabio Del Toro

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Vittima di Concordato Giudiziale Comperato

http://www.denunceitaliane.it/forum/abuso-di-potere/268-vittima-di-concordato-giudiziale-comperato.html#268


Gent.mo Fabio del Toro,
Ho letto solo oggi e casualmente questo sito, questo perché non avrei mai creduto di trovare on line esperienze simili alla mia...

Io sono stata vittima di un concordato giudiziale comperato, dove sono stata truffata e privata di tutto da mio padre. Ho vissuto una vicenda talmente eccezionale e violenta, sul piano umano, che ancora oggi sono sotto choc.
Sto cercando di perseguire legalmente mio padre ed ho raccolto molte prove della sua condotta illecita sia come amministratore prima, che come li quidatore dopo, ma faccio veramente fatica ad ottenere giustizia.

Ho incontrato avvocati di ogni tipo, che mi hanno fatto perdere del tempo per fare sì che i reati andassero in prescrizione, per favorire mio padre che è un uomo potente. Sembra un romanzo d’appendice ma è la verità.

Ho appena concluso un procedimento d’urgenza che ho perso, ma non posso e non voglio scrivere ora i dettagli, per comprensibili motivi.

Ti sarei molto grata se potessi parlarti per spiegarti come si sono svolti i fatti, con nomi e cognomi ed avere un consiglio.....

Anche su cosa mettere o meno in rete, perché mi manca solo una denuncia per diffamazione per concludere la mia odissea con la giustizia....
Sembra impossibile ma è tutto vero, ti assicuro che non soffro di paranoie o manie di persecuzione.

Ti ringrazio anticipatamente

Tina
ammonaammo@yahoo.it



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Querelata dal mio Avvocato, per ripicca!!


Gent.mo Fabio del Toro

Le chiedo urgentemente un aiuto anzi glielo
grido perchè conto solo su di Lei. Ho letto tutte le pubblicazioni sul
sito e ho rivissuto tutta la mia esperienza avuta.

Sono umbra e sono stata querelata davanti al giudice di Pace per diffamazione dal mio avvocato. Dico "mio" poiché mi ha assistito in una causa. La diffamazione è per aver chiesto a lui e contemporaneamente alla controparte con lettera raccomandata i conteggi del rimborso da ottenere, e i dettagli delle sue spese legali, poiché si rifiutava di darceli quando ripetutamente glieli avevamo chiesti, pretendendo un comportamento trasparente.

Inoltre, MI ha fatto pure una citazione sempre davanti al giudice di pace per 400 euro che mancavano al totale di un cifra a 4 zeri. Tanto a lui cosa gli costa fare le citazioni e le
querele !!??!! e noi poveri cittadini comuni costretti a difenderci da ripicche e rancori, solo per un diritto che chiediamo! .

È stata fissata un' udienza a Marzo, e ho disperatamente bisogno del Suo aiuto perché non mi
fido più di nessuno.

La prego di rispondermi e di aiutarmi glielo chiedo con il cuore in mano. La mia email è: (xxxx@xxxx) ma, visti problemi che ho con il computer, Le lascio il mio recapito xxxxxxxxxxx e preferirei poterLe parlare a voce, oppure che possa lasciarmi Lei un recapito dove magari io la contatti.

Io La ringrazio
infinitamente e confido su di Lei, davvero.
Grazie.

XXXXX -

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La lettera qui sopra, è stata spedita dalla Sgra in questione al sito dove Fabio del Toro; ma, fin'ora, nessuno l'ha degnata di una risposta.

Torniamo a ripetere inoltre, con molta pazienza, a quel sito che: questa Signora è l'ennesima prova che, il vostro sito non funziona! è troppo pesante e pieno di errori. Risultato? La Signora non riesce a entrarci, nemmeno a iscriversi.. E quindi, come tanti altri, si è arresa, e alla fine si è rivolta a noi.


Preghiamo se qualcuno c'è che può aiutare o indirizzare la Signora in questa sua giusta causa, di farsi avanti. Grazie.

Denunce In Rete -


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http://denunceinrete.blogspot.com/2011/06/domande-per-fabio-del-toro.html
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Vi ricordiamo che la nostra mail dove mandarci le vostre segnalazioni, è la seguente:
Contatto: denunceinrete@gmail.com


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